martedì 17 febbraio 2009

L'evoluzione dell'e-learning

L’e-learning dall’inizio ad oggi


Sin dall’inizio (1980 circa) l’e-learning, a quei tempi noto come CAI (Computer Aided Instruction) e poi come FAD (Formazione a distanza) si poneva come obiettivo l’utilizzo del computer come strumento di supporto all’insegnamento e all’apprendimento. Ma dopo un boom iniziale, l’e-learning ha tardato a trovare applicazione in contesti educativi concreti. Questo perché il software didattico risultava rigido, schematizzato e vi era poco spazio all’interazione e all’iniziativa da parte del discente.
Oggi l’e-learning si basa sulla tecnologia dei LMS (Learning Management System), piattaforme che consentono la gestione di corsi didattici online favorendo l’interazione tra studenti e tra studenti e docenti/tutor. Con queste piattaforme è possibile realizzare applicazioni didattiche meno rigide e più vicine alle reali necessità del discente. Le più diffuse sono quelle open source, quali. Freelearn, Moodle, Docebo, ma ne esistono anche di commerciali (es. Blackboard, IWT – Intelligent Web Teacher, Plateau).
Ma l’evoluzione e l’innovazione tecnologica hanno portato la nascita di nuovi strumenti che, sfruttando il Web e soprattutto il social networking, hanno contribuito allo sviluppo del social learning, intendendo, appunto, con questo termine, un apprendimento molto vicino alle teorie del costruttivismo e basato su metodologie di tipo collaborativo. I LMS basati su questo approccio sono oggi quelli che hanno maggiore utilizzo e diffusione.

Il sistema Moodle


Il LMS Moodle (Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment) è quello più diffuso. Il suo successo lo deve principalmente al fatto che in esso si integrano funzionalità tipiche di un LMS, con altre basate sull’interazione e la collaborazione su rete. Moodle si basa appunto sulla teoria del costruttivismo sociale, secondo la quale un individuo costruisce la propria formazione attraverso l’interazione con l’ambiente circostante, interagendo con le altre persone. L’apprendimento quindi avviene attraverso il confronto con altri utenti, scambiandosi informazioni, opinioni, materiali utilizzando forum, chat e risorse web, tutti integrati sulla piattaforma.
Moodle ha subito e subisce ancora oggi continue evoluzioni nella forma e nei contenuti. Fra queste vi è il progetto open source Sloodle (Second Life Object Oriented Distributed Learning Environment), che nasce appunto dall’integrazione dell’ambiente virtuale di Second Life con la piattaforma Moodle.


Il sistema Sloodle


Sloodle porta Moodle nel mondo tridimensionale e multiutente di Second Life. Con Scoodle i residenti di Second Life interagiscono con contenuti e servizi di learning management sotto forma di oggetti tridimensionali appartenenti all’ambiente virtuale.
Gli utenti di Moodle possono accedere in modo trasparente alle funzionalità di Second Life. In rete vi sono immagini e video che presentano alcuni possibili scenari di applicazione.
Ma ci si interroga sui reali vantaggi dell’integrazione di Second Life con il LMS Moodle e del così detto Second Learning, cioè una sorta di e-learning virtuale e 3D.
Secondo alcuni esperti del settore, lavorare nei mondi virtuali attiva alcune funzionalità cognitive quali la sperimentazione, la capacità di fare, l’osservazione.
Per giudicare forse occorre esaminare i risultati derivanti dall’utilizzo concreto di questi nuovi ambienti.

2 commenti:

  1. Esistono esperienze in merito o si tratta ancora di una sperimentazione? In quali ambiti formativi/educativi Sloodle risulta utilizzabile?

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  2. Dalle notizie su web non si riesce a capire che diffusione abbia e come venga utilizzato nella pratica.
    Colgo l'occasione per invitare tutti i lettori interessati all'argomento a postare esperienze significative sia personali che svolte da altri gruppi

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